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LA MALASANITà SI ORGANIZZA

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2008 08:38
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Sesso: Maschile
10/05/2008 08:32

PUBBLICHIAMO UN IMPORTRANTE CONTRIBUTO AL NOSTRO SITO WEB DELL'AMICO MARIO MARINO - SEGRETARIO GENERALE CISL MEDICI CALABRIA

CISL MEDICI CALABRIA
COMUNICATO STAMPA


I medici non sono degli assassini. E nessuno può permettersi il lusso di teorizzarlo. Non foss’altro perché così si feconda un corto circuito incendiario che alimenta una incontrollabile e infernale spirale di “terrorismo psicologico”. Delegittimando tante donne e tanti uomini che, indossando il camice bianco, stanno, quotidianamente e generosamente, in trincea. Il che serve solo a far lievitare un sinistro clima di sospetto che confonde e disorienta, producendo disaffezione e paura. Ma, evidentemente, qui non ci si vuole esercitare una stucchevole e preconcetta difesa d’ufficio della classe medica. Semmai, c’è l’esigenza di ricondurre il ragionamento dentro una cornice che recuperi e valorizzi spunti di serietà e di sobrietà argomentativa. Il medico può anche sbagliare. Il medico non è un infallibile robot. Capace di sostituirsi, con un tocco di bacchetta magica, alle insufficienze ovvero alle carenze organizzative. Il medico opera dentro una struttura. E, più la struttura è morfologicamente dotata, più la struttura è funzionalmente efficiente, più il medico è posto nelle condizioni di non sbagliare. Condizioni strutturali fragili favoriscono e assecondano il rischio dell’errore. Il problema vero, dunque, non è la professionalità del singolo medico. Il problema vero è l’efficienza funzionale della struttura. Più questa è debole, più è alto il rischio dell’errore medico. E, quindi, è coerente che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. E il primo livello di responsabilità è la


gestione e il governo delle strutture sanitarie. Un governo e una gestione approssimativi sono l’incubatrice, perfida e insidiosa, dell’errore medico. La malasanità è figlia diretta di un basso e scadente profilo organizzativo. E’ ingiusto, allora, demonizzare la classe medica. Spesso costretta, qui in Calabria, a operare in condizioni da terzo mondo! Questa è la verità. Dopodichè il medico può anche sbagliare. L’errore diagnostico, così come l’errore terapeutico, sono protesi ontologicamente e intimamente connesse all’esercizio della professione sanitaria. Ma dietro un errore non c’è sempre la colpa professionale. Dietro la colpa professionale c’è sempre l’errore. Detto questo, sarà l’Autorità giudiziaria a verificare e a valutare la condotta dei medici indagati . Ben sapendo che chissà quante volte, medici indagati per colpa professionale, sono stati poi ampiamente e totalmente assolti. Ciò per dire che è assai imprudente imbastire tendenziosi processi sulla stampa, anticipando verdetti di condanna che, poi, nelle aule di Giustizia trovano, puntualmente, clamorosa smentita. E nessuna pretesa punitiva, anche la più legittima, può essere sostenuta da una insaziabile caccia alle streghe. E chi brandisce, prepotentemente, la clava della sospensione cautelare del medico indagato, introduce una tesi che è un veleno micidiale per una corretta dialettica istituzionale. Il medico indagato per colpa professionale non può essere cautelativamente sospeso. Lo impedisce il dettato normativo. E precisamente l’art. 19 del Contratto collettivo nazionale di lavoro della Dirigenza medica. La cui previsione indica, tassativamente e perentoriamente, le ipotesi di sospensione obbligatoria e facoltativa. Ebbene, a



carico dei medici indagati per colpa professionale non è possibile attivare né la sospensione facoltativa, né tanto meno quella obbligatoria. E’ attivabile la facoltà di sospensione solo quando il medico è rinviato a giudizio. Ma anche il rinvio a giudizio non determina un automatismo nell’esercizio della facoltà di sospensione. Perché la norma ricollega la facoltà di sospensione solo a fatti di grave entità. Dunque, non basta il decreto di rinvio a giudizio. Occorre anche un oculato e ponderato accertamento del livello di oggettiva gravità dei fatti contestati. Un fatto è certo: il medico sottoposto a indagine per colpa professionale non può essere, in nessun caso, sospeso! E, allora, basta con atteggiamenti e proclami che hanno l’inquietante sapore di perniciose e discorsive intimidazioni. Chi minaccia sospensioni a carico di medici, semplicemente indagati per colpa professionale, mente sapendo di mentire. Perché minaccia ciò che la legge vieta. Salvo a non immaginare che ci sia qualcuno disposto a sovvertire, irresponsabilmente, il tenore della legge. Per finire. Che gli Ordini professionali della Calabria facciano sentire la loro voce A difesa della dignità e del decoro dei loro iscritti. A salvaguardia del principio di legalità che non è, giammai, subire menomazioni di sorta. Facciano sentire la loro voce gli Ordini professionali, e con essi l’intera categoria medica!

Cosenza 17.04.2008

Il Segretario Generale Cisl Medici Calabria
Dott. Mario Marino
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Post: 47
Sesso: Maschile
10/05/2008 08:38

Sarebbe interessante chiedere al Dott.Marino se ha mai perso un familiare per mano di qualche suo collega incapace!!!!!!!!!!!!!!!Caro dott. Marino capisco il suo ruolo di difensore dei suoi iscritti,ma c'è un limite a tutto, suvvia lasci perdere e vada a tutelare quei dottori capaci,che giornalmente sono "soffocati" da medici incapaci.
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